Castelluccio, Monte Belvedere, Ronchidoso e Sasso Dell'Oca




Percorso

Castelluccio_MonteBelvedere_Ronchidoso_SassoDellOca_Percorso

Specifiche percorso
Dislivello (m)331 m.
Quota minima829 m
Quota massima1.109 m
Distanza10,15 Km
Tempo in movimento (soggettivo)3:03 ore
DifficoltàEscursionistico
Traccia Gps scaricabileCastelluccio, Monte Belvedere, Ronchidoso e Sasso Dell'Oca
Senso di percorrenza tracciaAntiorario
Percorso e traccia verificati in data03/06/2022
Navigazione e traccia create con Garmin Fenix 6 Solar Pro


Quando il meteo è sbagliato

Avevamo programmato un'escursione diversa, volevamo salire con Manu sulla cima del Monte Cusna. Tenevo d'occhio il meteo già da un paio di giorni e anche la sera prima di partire, dopo aver preparato gli zaino, avevo controllato e la giornata prevista era con tempo stabile. Poi però al mattino quando alle 6.15 suona la sveglia per alzarmi guardo fuori dalla finestra e a Modena c'è il classico tempo con nuvole basse in movimento di quando tutto sta per cambiare.
Ricontrollo il meteo e le previsioni sono radicalmente cambiate, pioggia dalla fine mattinata e vento: non sono condizioni adatte a salire sul crinale appenninico, già di per se stesso esposto ai venti. In fretta e furia mentre finisco di preparare gli spuntini da mettere negli zaini cerco un altro percorso, a quote più basse: così scegliamo e andiamo a scoprire questo giro ad anello che non avevamo mai fatto.

Si può scoprire un percorso nuovo 

Alle 9.21 siamo pronti, parcheggiata l'auto nel desertico paese di Castelluccio raggiunto dopo le solite improbabili stradine consigliate da Google Maps (non ho capito dove devo impostare nella navigazione che ho una Ford Focus e non un Range Rover Freelander). Zaini in spalla, cerchiamo l'inizio del percorso con una traccia gps scaricata da internet e che seguiremo con il mio Garmin Fenix 6 Solar Pro (grazie Garmin).
Appena trovata la traccia partiamo seguendola per un primo breve tratto in cui si segue la strada percorsa anche dalle auto. Subito il meteo decide di metterci alla prova e inizia a piovere leggermente, anche se costantemente. Ma come, la pioggia non era attesa per le 13.00? Pazienza, andiamo.
Non è che sia un dramma la pioggia in se, ma Manu che mi accompagna in queste avventure proprio non la tollera. Cammino e faccio finta di nulla, parliamo di altro, di cose che lo interessano: cerco di distrarlo così e spero che funzioni. Manu è decisamente ben disposto, accetta senza protestare e prosegue, così dopo un po' gli accenno alla pioggerella dicendo che mi pare solo una nuvola di passaggio. Fortunatamente il meteo rimane stabile ed anzi con il passare del tempo la pioggia smette. 

Oltre gli imprevisti

Quello che per molti può sembrare la parte più semplice dell'escursione, per noi è quella più ardua. Manu è un ragazzo autistico ad alto funzionamento e per lui i cambiamenti, ed ancor peggio gli imprevisti, sono davvero difficili da affrontare. Così un cambio di destinazione all'ultimo minuto e poi la pioggia imprevista sarebbero stati due ostacoli insormontabili anche solo un paio d'anni fa. Ma pian piano portarlo in montagna lo sta abituando all'imprevisto, alla necessità di adattarsi, di cambiare continuamente piani e obiettivi in funzione di tanti fattori. Chiudo per un attimo gli occhi e sorrido dentro di me, di strada ne abbiamo fatta e non solo con i piedi! 

Ora godiamoci il sentiero

Dopo un primo tratto su asfalto il sentiero entra in una zona boscosa. Anzi il bosco è l'ambiente principale in cui ci conduce la traccia che stiamo seguendo. Si tratta in realtà di sezioni di diversi sentieri che opportunamente collegati ci regalano il classico giro ad anello.
E' un percorso davvero poco frequentato, forse un po' complice anche il meteo in questa giornata. I sentieri sono ampi, ben visibili e segnati. Nei giorni scorsi dev'essere piovuto e in alcuni punti sono evidenti tracce lasciate da mtb, e molte orme di caprioli e altri animali selvatici che hanno per dimora questi boschi.
Dopo un paio di km di cammino a non più di 20 m da noi un capriolo adulto con un piccolo cucciolo ci vedono e pian piano si allontanano, lasciandoci tutto il tempo per poterli osservare. Con Manu parliamo spesso di tante cose mentre camminiamo, ma questa volta le nostre chiacchiere non hanno allertato troppo la fauna.


Continuiamo a camminare sul sentiero coperti dalle chiome dagli alberi che oggi ci hanno protetto da qualche scroscio di pioggia. Ma sarebbero stati molto utili anche in una calda giornata estiva per passeggiare al fresco protetti dai raggi del sole: mi prendo un appunto per le giornate torride. Più avanti una lepre adulta scende la pendio del bosco e si arresta sul sentiero davanti a noi, ci guarda sorpresa della nostra imprevista presenza. Ci arrestiamo e stiamo in silenzio, così abbiamo il tempo per osservarla con calma mentre ci guarda e poi sgombra il campo con tutta calma. Manu mi dice sorridendo che è grande come il nostro gatto, l'ormai mitico Topis (il suo nome ufficiale è Pascal). Forse la lepre è un po' più grande, ma pressappoco ci siamo.

Proseguendo nel nostro percorso arriviamo al Santuario della Madonna degli Emigranti, dove decidiamo di fermarci per uno spuntino ed un po' di riposo. Il luogo è perfetto per una sosta, ci sono grandi tavoli di legno su cui consumare un pasto immersi nel bosco, proprio ai margini del Santuario. E' un luogo molto particolare in cui la storia del santuario edificato nel 1906 si intreccia con quella delle lotte partigiane: proprio in questo luogo nel 1944 venne fondata la brigata partigiana "Giustizia e Libertà". Il nostro appennino è ricco di queste storie, memorie di gente che ha dato tutto per essere libera e che non dovrebbero essere dimenticate.


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Mentre ci godiamo meritatamente un tramezzino Manu mi fa notare che alle mie spalle qualcosa si muove, la lepre selvatica è venuta a controllarci. Mi giro ed è tutto vero, magari non è la stessa lepre, ma a poche decine di metri da noi saltella e ci osserva. Terminato lo spuntino con vista lepre ci facciamo una foto insieme e poi riprendiamo il cammino, ormai non manca molto per concludere il nostro itinerario. Seguiamo la traccia gps sui nostri Garmin che ci guida nelle varie biforcazioni o incroci di sentieri: una bella comodità per poter approcciare un sentiero senza conoscerlo.  


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Una pausa e si rientra

Il percorso si conclude, arriviamo alla nostra auto che ci attende nel parcheggio dove l'abbiamo lasciata. Sono le 12.30 ma il paesino continua ad essere deserto, c'è qualcosa in questo non vedere nessuno che mi ricorda i vecchi western: potrebbe anche stare per accadere qualcosa. Invece no, troviamo una panchina e ci riposiamo 10 minuti prima di tornare a casa: un dolcetto è sempre una buona gratificazione per Manu, ed anche per me. Dopo 5 minuti che siamo seduti Manu mi chiede: "Siamo a buon punto con il sentiero?": lo guardo e gli indico la nostra auto che si vede, come a ricordargli che siamo già arrivati.
Saliamo in auto e per il ritorno non imposto la destinazione con Google Maps ma utilizzo il ben più classico Sync3 di Ford per la navigazione: ed in effetti... no,  è un altro disastro. Una prima strada, che svolta in una seconda carraia, che taglia per una strada bianca... Probabilmente quella che mi si sta proponendo è una prova speciale degna del rally dell'appennino. Ho capito, ignoro i consigli e mi rimetto a seguire la segnaletica come si faceva una volta.

La giornata secondo Manu

A me l’uscita è piaciuta molto, tuttavia all’inizio ero un po’ scosso per l’imprevisto del cambio meta all’ultimo secondo (Saputo la mattina stessa che non andavamo sul Cusna, oramai nostro luogo di pellegrinaggio e meta tutti gli anni. Pazienza, aspetteremo la prossima occasione di bel tempo.)
È stato molto bello vedere gli animali da lontano e fare delle lunghe chiacchierate con il papà durante praticamente tutto il tragitto anche su argomenti molto diversi tra loro, mi ha aiutato a non sentire la fatica e a stare tranquillo e occasionalmente mi ha strappato anche qualche risata.
Uno dei miei momenti preferiti delle uscite è sempre il viaggio in macchina sia di andata che di ritorno in quanto ci ascoltiamo la musica, il che non guasta mai e mi aiuta a distendere un po’ i nervi e a rilassarmi ulteriormente.
Il cambio meta sicuramente non ha aiutato con l’umore, anzi tutto il contrario, poi anche il fatto che si è messo a piovere praticamente subito con dei nuvoloni neri neri non lasciava ben sperare, e infatti abbiamo scampato l’acquazzone per un soffio.

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Il video dell'escursione