Da monte Orsaro alla vetta del monte Cusna in autunno

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Percorso

MonteOrsaro_MonteCusna_Percorso

Specifiche percorso
Dislivello (m)869 m.
Quota minima1.237 m
Quota massima2.102 m
Distanza12,73 Km
Tempo in movimento (soggettivo)6:05 ore
DifficoltàEscursionistico
Traccia Gps scaricabileMonte Orsaro Vetta del Monte Cusna
Senso di percorrenza traccia-
Percorso e traccia verificati in data06/10/2022
Navigazione e traccia create con Garmin Fenix 6 Solar Pro


E' questo l'autunno?

Da qualche giorno come sono solito fare controllavo il meteo, l'obiettivo era quello di salire sul monte Cusna nell'Appennino Tosco-Emiliano. Questa montagna è una tra quelle che io e Manu amiamo maggiormente nelle nostre vicinanze, perché consente di salirla per vari versanti, scegliendo percorsi anche molto differenti. Negli ultimi anni l'abbiamo salita diverse volte in ogni stagione, ma quest'anno per una serie di problemi che ci hanno tenuti lontani dalle montagne ancora non l'avevamo approcciata.
Del resto salire oltre i 2.000 m di quota quando non si è in estate richiede vestiario ed attrezzatura aggiuntivi in caso di cambio repentino del meteo. Elemento sempre importante da valutare, ma che lo diventa ancora di più quando accompagniamo qualcuno.
Ci attendeva una giornata tersa, con calma di vento fin sul crinale ed una temperatura piacevolissima.
Io sono salito fino in vetta con solo una maglietta tecnica estiva, e Manu che è più freddoloso aveva solo in più di me un leggero antivento.
E' questo l'autunno?

Partiamo con calma 

Parcheggiata l'auto nei pressi dell'abitato di monte Orsaro, iniziamo a salire per la strada bianca che conduce dopo meno di un chilometro al Rifugio Monte Orsaro. Sono un paio di mesi che Manu non sale con me in montagna, sicuramente non è allenato come di consueto. Mi preoccupo che ci muoviamo con calma, passo costante senza andare troppo veloci. Questo percorso ha un dislivello notevole, 900 m potrebbero rivelarsi anche troppi in queste condizioni. Nella mente ho già pensato ad alcune varianti che ci porterebbero comunque ad un obiettivo, anche senza salire fino in vetta nel caso la stanchezza sia troppa o il meteo ci riservi qualche sorpresa. Lo scopo è godersi una giornata insieme nella natura, anche se Manu ha dichiarato che vorrebbe andare fino alla croce. Anch'io ho un buon motivo per andare fino in vetta, ma vedremo quello che sarà possibile fare.

Salendo nel foliage


Saliamo spediti tra le chiacchiere

Saliamo ad un buon ritmo costante tra le chiacchiere. Principalmente è Manu che mi racconta cose che lo interessano, gli argomenti possono essere molto vari. Sono rari i momenti di silenzio ma ormai mi sono abituato, anzi convinto, che sia questa la normalità. In realtà questa conversazione è utile perché lo distrae dalla fatica, ma ha una valenza ancora più preziosa oggi: riesco a capire perfettamente quanto sia affaticato se nel parlarmi ha il fiato più corto. Così parliamo di musica, informatica, tempi andati, vecchi ricordi e di molto altro di cui non mi è consentito parlare. Alcuni argomenti devono restare giustamente top secret.

Boschi e funghi velenosi

Procediamo bene, meglio di quanto mi sarei immaginato. Così ogni tanto effettuiamo alcuni tagli rispetto alla strada bianca per accorciare il percorso a scapito di passaggi più ripidi. Ma ci si inoltra di più nel bosco, si seguono le tracce e i sentieri che permettono di godersi al meglio la natura. Salendo iniziamo a vedere la formazione dall'alto della Pietra di BismantovaNel bosco a pochi passi dal sentiero vediamo due amanite muscarie: appena sbucate e bellissime nei loro rosso sgargiante. Quasi all'unisono ci viene alla mente l'episodio degli Svizzeri, i personaggi di Aldo Giovanni e Giacomo in cui vanno a raccogliere i funghi. Con l'eterna rivalità tra Gervasoni e Rezzonico, che culmina nel tentativo di avvelenamento proprio con un'amanita muscaria. E' troppo divertente e ci dobbiamo fermare un attimo per il troppo ridere

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Ora la salita si fa seria

Arriviamo al punto del percorso in cui dobbiamo decidere se puntare alla vetta o ripiegare su un obiettivo diverso. Manu sta salendo bene, il meteo è ok, siamo in anticipo sulla tabella di marcia ipotetica: decidiamo di andare in vetta. Ci prendiamo però una pausa mentre ci godiamo il panorama che si apre sotto di noi. Un tramezzino per Manu, una banana per me: intanto faccio qualche foto e una ripresa con la GoPro Hero 10. Ripartiamo sul percorso che sale la spalla della montagna. Il sentiero diventa una traccia e alcuni passaggi vanno fatti con attenzione. Man mano che saliamo il panorama si fa più ampio e le montagne sono decorate da boschi colorati dal foliage autunnale. In questa parte di salita sostiamo 2/3 volte, soste brevi per riprendere fiato e contemporaneamente goderci il paesaggio. Saliamo tutta la montagna senza incontrare nessuno, solo una marmotta ci osserva ad una ventina di metri da noi senza dare l'allarme: non ci percepisce come pericolosi e ne siamo felici.

Foliage e appennino


In vetta

Arriviamo in vetta e ci guardiamo negli occhi: siamo stanchi ma felici per avercela fatta insieme. La priorità ora è riposarsi, allentare la tensione che ciascuno di noi ha accumulato nei passaggi un po' pericolosi. Apriamo gli zaini e ci meritiamo una pasta presa alle 6.00 al bar vicino a casa questa mattina. Ora c'è silenzio, entrambi siamo felici per essere qui, con alcune motivazioni comuni e qualcuna personale. Poi Manu mi sorprende e dice qualcosa che di solito esce dalla mia bocca: "che bello non aver incontrato nessun umano, ci siamo solo noi". Realizzo in quel momento che anche lui, come capita quasi sempre a me, stava fuggendo da un mondo che voleva tenere a distanza, anche solo per qualche ora. E di situazioni pesanti da cui fuggire in questo anno ne abbiamo accumulato un po' entrambi.

Mi sono alzato e ho fatto fotografie e riprese video dalla vetta del Cusna da cui si godeva una meravigliosa vista a 360°. Mi sono reso conto che essere riusciti a salire di nuovo insieme questa "nostra" montagna ha in un qualche modo certificato il nostro ritorno con costanza alle montagne. Avevamo la croce e la statua della Madonnina in vetta, abbiamo aggiunto una nostra pietra nella struttura della croce e pregato davanti all'immagine di Maria. Le montagne sono chiese e cattedrali davvero speciali, non c'è nulla di costruito dall'uomo che mi possa far sentire così vicino al Divino. E' stato come liberare le nostre angosce e preoccupazioni su quella montagna e lasciarle andare... la montagna può essere molto più che una medicina.


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Verso casa e le cose di sempre

Quando sei in cima ad una montagna, non puoi fare altro che scendere. Così abbiamo fatto anche noi, avviandoci con calma sullo stesso percorso usato per salire, per tornare alla nostra auto. Siamo scesi con tranquillità, il dislivello è sempre lo stesso anche in discesa e spesso la salita nei tratti più impervi è più semplice. Eravamo stanchi ma soddisfatti, abbiamo chiacchierato a tratti, rimasti in silenzio dove il terreno richiedeva più concentrazione. Qualche pausa durante la discesa e sul cammino stavamo già fantasticando su cosa di buono ci saremmo meritati per cena dopo la nostra fatica. Al termine di ogni escursione ci concediamo qualcosa di buono da mangiare: oltre che una fonte di ricarica di energie è anche un piccolo modo di festeggiare. Parliamo sempre di piccole cose, una pizza ad esempio o una fetta di torta.


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La giornata secondo Manu

Il Cusna è sempre bella come vetta in quanto c’è sempre una vista a dir poco mozzafiato (Anche se purtroppo si vede molto bene la cappa di smog che c’è tristemente sopra Modena e provincia) e un bel panorama.

Si è totalmente abbracciati e immersi nelle montagne e in mezzo alla natura, tanto che ad un certo punto uno che come me abita in città si chiede “È forse questo il paradiso terrestre?” E dopo si auto-risponde “Forse si!”

Partiamo da casa abbastanza presto (Saranno state le 6:30 o qualcosa di simile) e andiamo al bar a fare colazione. A colazione ultimata, abbiamo consumato 2 paste e un caffè che ha preso il papà (Ne abbiamo prese anche altre 2 da mangiarci mentre siamo su in montagna).

Dopodiché partiamo effettivamente per raggiungere la nostra meta, ci aspetta circa un’ora e mezza di macchina molto tranquilla per fortuna, non troviamo rallentamenti o altri imprevisti di alcun genere alla fine e fila tutto liscio.

Arrivati mio papà mi aiuta a mettere e allacciare gli scarponi, facciamo partire i nostri orologi e grazie alla traccia che mio papà aveva scaricato il giorno prima sul suo iniziamo a incamminarci lungo il percorso...

Il primo tratto tutto OK (Nel mentre troviamo anche dei funghi velenosi che ci ricordano la famosa scena della “Rilassante Fungata” degli Svizzeri di Aldo, Giovanni e Giacomo (Con tanto di battute copiate pari pari dallo sketch ogni qual volta ognuno di noi 2 ne vedeva uno)).

E fin qui tutto OK

Ora arriva la parte tosta, decidere se proseguire o tornare alla macchina/base

Io ovviamente scelgo l’opzione di proseguire, visto il mio astio per la civiltà il desiderio di tornare in città non mi affascinava per nulla, quindi proseguiamo la ns camminata fino ad arrivare in vetta, nel mentre incontriamo anche una marmotta, che però non ci percepisce come pericolo e sta buona per le sue.

Arriva il momento tanto odiato dal sottoscritto in alcune occasioni... Quello del ritorno, vuoi perché devo rifare il percorso al contrario o perché so di dover tornare a respirare la gigantesca camera a gas che è l’aria tipica di Modena e per una persona asmatica come me non è affatto il massimo, anzi tutt’altro ve lo garantisco!

Anche durante la discesa OVVIAMENTE parliamo, perché sennò non sarebbe un’escursione con Manu (ihihi), però noto che la discesa dura meno rispetto alla salita, arriviamo alla macchina, togliamo gli indumenti termici, montiamo su e torniamo alla base a conclusione di una splendida giornata in montagna.  


Il video che abbiamo realizzato di quest'escursione